PRESENTATA LA XVII EDIZIONE DEL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE FERRANTE: “L’AMBIENTE AL CENTRO DELLE POLITICHE CONTRO IL DECLINO”
Siamo il Paese europeo, tra i 15 membri storici dell’Unione, con la più alta mobilità di passeggeri su strada (15400 km/ab/anno: +60% sulla Germania, +31% sulla media Ue), e a parte il Lussemburgo quello con la maggiore “dotazione” pro-capite di automobili (58 auto per 100 abitanti, la media Ue è di 48). Nel 2004 (ultimi dati disponibili) il 78% delle città italiane ha superato i limiti fissati dall’Europa per l’inquinamento da polveri sottili (in Europa il 53,5%). Nel 2004, per la prima volta da sempre, siamo scesi sotto la media europea per quanto riguarda l’intensità energetica, cioè il consumo di energia per unità di Pil (192,6 Kep/1000 euro 1995 contro una media europea di 190,8), e negli ultimi dieci anni – caso anche questo unico nell’Unione europea – i nostri consumi energetici sono cresciuti praticamente allo stesso ritmo del Prodotto interno lordo (13% contro 14%). Nel solare termico e nel solare fotovoltaico l’Italia è quasi all’anno zero: 8 mq/1000 abitanti di pannelli per il solare termico (la media dell’Unione europea a 15 è di 34) e 0,52 watt/abitante di potenza fotovoltaica installata (2,2 la media europea); anche per effetto di questa arretratezza nei trend di sviluppo del solare, il carbone dopo anni torna sorpassare l’idroelettrico e tutte le rinnovabili nel contributo alla produzione energetica. Le nostre emissioni di anidride carbonica (il principale gas a effetto serra) sono cresciute dal 1990 ad oggi di oltre l’11%, mentre in base al Protocollo di Kyoto dovrebbero ridursi del 6,5% entro il 2012 e in Europa sono diminuite dell’1,7%. Il 45% delle acque di scarico sono fuorilegge (in Europa la percentuale scende al 25%), e quasi il 30% delle acque interne non è balenabile (in Europa solo il 7%). Galoppa l’abusivismo edilizio (140 mila edifici fuorilegge costruiti dal 2001 al 2005) e più del 30% delle coste italiane sono colpite da fenomeni di erosione (il Europa sono il 20%). Questi alcuni dei dati meno positivi di “Ambiente Italia 2006”, il rapporto annuale di Legambiente presentato questa mattina a Roma dal presidente nazionale Roberto Della Seta, dal presidente onorario Ermete Realacci, dal direttore generale Francesco Ferrante e dal curatore Duccio Bianchi: “La qualità ambientale in Italia – ha detto Francesco Ferrante, direttore generale dell’associazione – paga un prezzo alto ad anni di immobilismo e decisioni sbagliate e in particolare a questo quinquennio di governo Berlusconi segnato da una totale disattenzione per le ragioni dell’ambiente e punteggiato da scelte decisamente vergognose come l’ennesimo condono edilizio generalizzato”. “Di più – ha sottolineato Roberto Della Seta – specie in settori chiave per il futuro del Paese come i trasporti e l’energia, la mancanza di politiche forti per la sostenibilità si rivela come un fattore decisivo della stessa perdita di competitività e dei rischi ormai evidenti di un declino italiano: perché un sistema dei trasporti di passeggeri e merci che si basa quasi del tutto sulla mobilità stradale, un sistema energetico che non guadagna in efficienza e resta largamente dipendente dal petrolio e dal carbone, non solo penalizzano l’ambiente locale e globale e la salute dei cittadini, ma pesano come un macigno sulla tasche delle famiglie, sui costi delle imprese, sul cammino dell’innovazione tecnologica”. Fortunatamente, tra i tanti numeri raccolti da “Ambiente Italia 2006” ce ne sono anche di incoraggianti. Circa il 15% del territorio nazionale è in aree protette (parchi, riserve, zone tutelate in base a direttive europee), contro il 12% dell’Europa dei 15; oltre il 6% della superficie agricola è coltivata secondo metodi biologici (quasi il doppio della media europea), siamo il Paese con il numero più alto di prodotti tipici a marchio europeo Dop e Igp (145 su un totale di 678) e ben 353 vini Doc e Docg; crescono fortemente anche le certificazioni Iso e Emas e i prodotti con marchio europeo Ecolabel. “Dalla lettura del Rapporto di Legambiente – afferma Ferrante – si conferma che l’Italia è un Paese in difficoltà ma non immobile. E molti dati dimostrano che per crescere e riuscire a competere è importante valorizzare le risorse territoriali, cioè l’intreccio di natura, cultura, coesione sociale, capacità d’innovazione che è la più preziosa materia prima di quella che Ermete Realacci ha chiamato ‘soft economy’ e anche uno dei motori del made-in-Italy”. L’Ufficio Stampa Legambiente 06.86268355-79-99 L’Ufficio Stampa di Francesco Ferrante: 349.0597187 La produzione di “Ambiente Italia 2006” è ad impatto zero sul clima: grazie al progetto Azzero CO2, di cui Legambiente è partner, le emissioni prodotte (carta, stampa, spedizione delle copie, ecc.) saranno infatti neutralizzate finanziando progetti internazionali legati alle fonti energetiche rinnovabili.