Carceri: su morti è indecente il silenzio del Governo

Mentre in materia di giustizia il governo e la maggioranza sono in
tutt’altre faccende affaccendati, con sempre lo scopo ultimo di salvare il
premier dai processi, nelle sovraffollate carceri italiane si continua a
morire, e si aggiorna con impressionante cadenza la conta dei detenuti che
si tolgono la vita.
Con la dodicesima interrogazione parlamentare, che segue ad altre 11
rimaste finora senza risposta, chiederò conto al Presidente del Consiglio
di questa strage che avviene nell’indecente silenzio del Governo”.
Così il senatore del Pd Francesco Ferrante dopo il tragico bilancio
dell’ultimo weekend nelle carceri italiane, con 2 detenuti  morti e altri 2
in fin di vita.
“Il sovraffollamento e una scarsa  tutela per chi si trova in una
situazione di riduzione della libertà  personale – continua Ferrante –  sono
carenze endemiche dei penitenziari del nostro Paese, che da nord a sud
registrano un sovraffollamento di 68mila detenuti in carceri che ne possono
contenere a mala pena 43mila.
Negli ultimi dieci anni circa un terzo dei decessi nelle carceri italiane è
avvenuto per suicidio, una proporzione impressionante se confrontata con
quanto accade al di là  delle sbarre. Nelle carceri inoltre mancano
tantissimi agenti che costringono il personale che c’è ad un lavoro
durissimo, ma occorrono anche educatori e assistenti sociali, categorie
indispensabili per assicurare la funzione rieducativa della pena prevista
dall’art. 27 della Costituzione”.
“Tra le misure da assumere, un Governo serio ne sarebbe cosciente, c’è  una
seria politica di rivalutazione delle misure alternative al carcere”,
conclude Ferrante.